sul monte Calimaro, a difesa del territorio contro i Greci di Thurii provenienti dalla valle del Mercure-Lao attraverso i Piani del Carro di Tortora.
Successivamente nella conca prosperarono unità produttive agricole romane. I Bizantini, succeduti ai Romani, ne fecero il capoluogo di una tourma, riprendendo e rafforzando la fortificazione del monte Calimaro per difendersi dalle incursioni dei Goti e dei Longobardi provenienti da Laino attraverso i Piani del Carro, e diedero all'insediamento il suo nome attuale: Aieta (come un'aquila appollaiata sulla cima del monte).
Nel periodo bizantino il sito ospitò numerose laure di monaci greco-bizantini provenienti dall'oriente per sfuggire alle invasioni della Palestina e dell'Egitto da parte dei Sasanidi di Cosroe prima e degli islamici poi. Ne sono testimonianza i toponimi di santi di varie località aietane.
Dalla conquista normanna in poi la postazione del Monte Calimaro si rese inutile e fu abbandonata non essendoci più nemici da cui guardarsi. Fu così ampliato e popolato il villaggio sorto sulla cresta che si affaccia a NO sulla valle di Tortora e a SE sulla conca interna. Da allora il piccolo centro ha vissuto le vicissitudini comuni agli altri centri tirrenici accorpati ai possedimenti napoletani degli Svevi, degli Angioini, degli Aragonesi, delle dominazioni straniere, del regno dei Borbone di Napoli da Carlo III in poi fino all'annessione al regno d'Italia, con la sola interruzione della dominazione francese durante la triste parentesi napoleonica nel primo decennio del XIX secolo.
In seguito alla creazione del comune di Praia a Mare nel 1928, il territorio di Aieta è stato ridotto, privato della fascia costiera.
Lo stemma e il gonfalone del comune di Aieta sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 22 gennaio 2016.
Il go