oborbonico) nel regno delle Due Sicilie. Giunto nel golfo di Policastro mandò ordini al sindaco di Casaletto di apprestare foraggi e vettovaglie per il suo esercito. Il sindaco però, volutamente o per scarsità di mezzi, non provvide a soddisfare le richieste del generale che, giunto in paese e sospettando il sindaco di essere in combutta con i briganti filoborbonici, lo fece fucilare nel luogo detto "alle pietre del Campo", ordinando la riunificazione dei comuni di Casaletto e Battaglia e imponendo al sindaco di Battaglia di trasferirsi a Casaletto, che fu eletto a capoluogo. Il termine "Spartano" fu aggiunto a "Casaletto" solo dopo l'unità d'Italia. Esso deriva da "sparto", una pianta delle aree mediterranee, presente quasi ovunque nel territorio casalettano.

Oggi Casaletto Spartano è costituito dai due principali centri abitati che sono la vicina frazione Battaglia e il capoluogo, più tutta una serie di contrade rurali, circa una trentina, sparse su tutto il territorio che ha una superficie complessiva di oltre 70.17 km². Casaletto Spartano e Battaglia sono divise dal corso d'acqua Rio di Casaletto e collegate tra di loro con alcuni sentieri.

Dal 1811 al 1860 fece parte del circondario di Vibonati, appartenente al distretto di Sala del regno delle Due Sicilie.

Dal 1860 al 1927, durante il regno d'Italia, fece parte del mandamento di Vibonati, appartenente al circondario di Sala Consilina.

Simboli

Lo stemma del comune è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 18 aprile 1934.

Monumenti e luoghi d'interesse

Il Capello

Il luogo maggiormente rappresentativo di Casaletto, è senz'altro “Il Capello”. Tale località si inserisce in un complesso sorgitivo contraddistinto da un elevato valore ambientale. La località prende il nome dalla cascata "Capelli di Venere" la cui denominazione deriva dalla rigogliosa crescita della pianta Capelvenere. In prossimità del corso d'acqua si trova anche un mulino ben conservato e un vecchio rudere denominato "Sorgitore", che consente la deviazione delle acque provenienti dalla sorgente che ha origine presso la località Melette, in modo che una parte delle acque alimentino il mulino e la restante parte vadano a finire nel fiume. I