Brugnato (Brignæ in ligure e nella variante locale) è un comune italiano di 1 265 abitanti della provincia della Spezia in Liguria.
Il territorio di Brugnato è situato in un'ampia pianura alluvionale ai piedi della dorsale appenninica ligure, nella parte intermedia del corso del fiume Vara, in prossimità della confluenza dei torrenti Gravegnola e Chicciola.
Parte del territorio brugnatese fa parte del Parco naturale regionale di Montemarcello-Magra-Vara.
Le origini del nome sono rintracciabili già nello stemma araldico del comune, nel quale è rappresentato un susino: infatti nelle forme dialettali brigne o brignun si indica propriamente la pianta del susino.
Per altri il nome deriverebbe da prunetum, da cui deriverebbe a sua volta l'espressione dialettale Brignæ, indicante una massa di sterpi, prato in cui crescono tali tipologie di piante.
La declinazione del toponimo Brugnato ebbe nei passati secoli varie trasformazioni, non solo in italiano, ma anche in latino. In italiano: Aprumaco, Brumaco, Brumado, Bruniado, Brumo, Brugnolo, Brignate, Brignalo, Brignè, Brugneto, Brugnetto, Brugnato; in latino Aprumacum, Abramacum, Brumacum, Brumadum, Brumum, Brumiadum, Brima, Brunium Oppidum, Bruniate, Brunetum, Brugnalium, Bruniatum, Briniadum, Briniatum, Brignatum, Brugnatum.
La città , sorta alla confluenza dei fiumi Vara e Gravegnola, ebbe forse origine dall'opera dei monaci di San Colombano nel VII secolo in una zona di confluenza di antichi percorsi che scendevano dall'Appennino e risalivano da Luni in direzione di Genova o verso Piacenza e Tortona..
La crescente importanza del sito religioso, e di conseguenza della comunità di Brugnato, furono "protetti" e "riconosciuti" anche dal potere imperiale con citazioni nei diplomi di Carlo il Grosso (881), Ottone III (996) ed Enrico II (1014). Questi diplomi fanno riferimento e citano i precedenti re longobardi Rachis, Astolfo che, con Liutprando, avevano costituito il predio abbaziale nel Modenese, Parmense, Piacentino, Lodigiano e, probabilmente, da re Desiderio, ex duca della Tuscia, i beni posseduti nel Volterrano. Tutti ricordati fra i benefattori di Brugnato.
Inoltre, ora in territorio di Borghetto di Vara, vi è da citare l'antica abbazia di Santa Maria Assunta della corte dell'Accola, citata già nell'anno 881 in un decreto dell'imperatore Carlo il Grosso. Dalla visita pastorale di monsignor Francesco Durazzo del 12 ottobre 1640, il vescovo dichiara che l'abbazia dell'Accola è "praebenda annexa Capitulo" (Brugnato). All'ufficio abbaziale, fra gli altri, presiedettero: Giuseppe Antonio Imperiale dal 1699 al 1748, anno della sua uccisione, il giorno 11 giugno, da parte delle truppe stanziate nel feudo imperiale di Suvero, comandate dal generale Clerici e sconfitte dalla sollevazione della popolazione di Brugnato e Borghetto Vara (episodio, oltre quello più noto del Balilla, della guerra di successione austriaca (1740-18 ottobre 1748), pace di Aquisgrana); Giuseppe Gerolamo di Negro dal 1754 al 1762; Antonio Maria Di Negro dal 1762 al 1773; dal 1773-1791 il vescovo di Brugnato, Francesco Maria Gentile e, dal 1792 al 1808, l'abate Angelo Cattaneo. Dove espressamente si attestarono i numerosi possedimenti brugnatesi, privilegi e poteri e la completa indipendenza da feudatari o vescovi (nullius diocesis), salvo un diretto assoggettamento alla Santa Sede.
Protetta dalla Repubblica di Genova dal XII secolo, fu il pontefice Innocenzo II ad elevare Brugnato a sed