Albavilla (Vila in dialetto brianzolo, AFI: /ˈvila/, e Villalbese fino al 1928) è un comune italiano di 6 420 abitanti della provincia di Como in Lombardia. Il comune, situato nel Triangolo Lariano fa parte della Comunità Montana del Triangolo Lariano.
Ubicato in provincia di Como, il comune di Albavilla si estende per una superficie di 10,55 km².
L'altitudine del territorio comunale va da un minimo di 260 m s.l.m. del lago di Alserio, passando a 429 m s.l.m. del centro paese, ai 903 m s.l.m. dell'Alpe del Viceré, fino a un massimo di 1320 m s.l.m. della cima del Monte Bollettone.
Confina con i comuni di Albese con Cassano, Alserio, Erba, Faggeto Lario e Orsenigo.
Fino dall'antichità Albavilla ebbe sempre il ruolo di “villaâ€: si spiega l'etimologia dell'antico nome “Villalbeseâ€, sostituito nel 1928 da “Albavillaâ€. Nelle denominazioni che hanno contraddistinto il paese durante i secoli è presente il nome delle “Alpiâ€: "Vicus Alpensis" o il più antico "Villa Albensis", a indicare una località di riposante soggiorno in zona di pascoli montani.
La zona di Albavilla e di tutto il Piano d'Erba risulta abitata dall'uomo fino dalla preistoria, come testimoniano i reperti rinvenuti nella grotta del Buco del piombo. In quel periodo le acque occupavano quasi interamente il Piano d'Erba, con gli attuali laghi di Pusiano e di Alserio che formavano un unico lago.
Dall'età neolitica iniziano a susseguirsi altre tribù provenienti dall'Europa centrale che importano l'usanza di costruire le loro abitazioni su palafitte invece che in caverne: resti sono stati rinvenuti sul lago di Pusiano (zona Bosisio Parini e presso l'isola dei cipressi), e sul lago di Montorfano.
Intorno al 1200 a.C. popoli provenienti dalle Alpi (“Orobiiâ€) si insediarono in queste zone, come dimostra la toponomastica di alcune località quali Robbiano, Robbiate, Introbio e, nel comune di Albavilla, il nome del rilievo di “Montorobioâ€. Limitrofa a questa area si trova un'altra località , “Castlascâ€, così chiamata per la probabile presenza di recinti di difesa contenenti abitazioni e capanne di ricovero.
A quest'epoca risale altresì la popolazione della zona da parte dei popoli della cosiddetta Cultura di Golasecca, di origine celtica, che avrebbe dato vita al popolo degli Insubri.
Nel corso dei secoli, il popolo Etrusco e gli Umbri stabilirono colonie tra i Liguri, sviluppando commercio con i mercati elvetici, gallici e germanici: nella zona portarono contributi in materia di agricoltura e idraulica con opere di prosciugamento di acquitrini e paludi, imbrigliamento fiumi e torrenti: la zona del Piano d'Erba era ancora sommersa da un'ampia distesa di acque.
Altri popoli al di là delle Alpi premono verso sud, e verso la metà del II secolo di Roma, nuove orde dilagano dal nord: risalgono a questo periodo le origini di Milano (559 a.C.)
Queste popolazioni si fusero con i popoli preesistenti dando origine ai Galli Cisalpini, temuti dagli stessi Romani. Dopo 4 secoli di scontri e indipendenza, i Romani fecero dell'Italia settentrionale una provincia romana di nome “Gallia Cisalpinaâ€.
Una strada romana passava da queste zone collegando tra loro Como, Lecco, Bergamo e Brescia, toccando Caslino d'Erba, Castelmarte e Proserpio: strada che, a causa della zona del Piano d'Erba ancora paludosa, passava nella fascia di territorio delle località di Ferrera, Galbanera, Boccogna, Crevenna, San Salvatore (come dimostrato dai rinvenimenti archeologici)
Con il dominio romano si diffuse anche il culto degli dei di Roma, come dimostrato dalla toponomastica di alcuni campi: “Mercolè†o “Mercorè†presso località La Rosa, il “Cerei†presso la località Cappelletta, “Arcur†verso Molena, rispettivamente da Mercurio, Cerere ed Ercole, tutte divinità romane relative all'agricoltura e alla pastorizia.
All'età romana risalgono numerosi reperti archeologici, come tombe con armi, monete, utensili, anfore, bronzi imperiali, terrecotte. Alcuni ritengono che nella zona di via Volta ci fosse un castrum.
Lo storico cinquecentesco Andrea Alciato collocava ad Albavilla la villa dell'â€Alsiumâ€, dimora del generale romano Lucio Virginio Rufo. Anche Cicerone e Plinio il Vecchio e il Giovane, si narra abbiamo soggiornato ad Albavilla.
Il dominio romano aveva offerto protezione alle correnti migratorie dal settentrione, ma dal terzo secolo in poi i “barbariâ€, (Franchi, Alemanni, Goti) si affacciano alle frontiere. Nel quinto secolo gli invasori attaccarono il territorio: Visigoti, Vandali e Unni si succedettero nel giro di pochi anni: la popolazione cercava rifugio sui monti, creando delle fortificazioni, come quelle del Buco del piombo. Nel 476 d.C. si ha la caduta dell'Impero romano d'Occidente, che pone fine alla dominazione romana. Nel 525 d.C. il territorio è interessato da una terribile carestia.
Nel 568 d.C. avvenne la migrazione dei Longobardi, che sotto la guida di Alboino si stanziarono nell'Insubria (che da allora divenne Longobardia o Lombardia).
Nel 774 d.C. ultimo re dei Longobardi fu Desiderio, sconfitto da Carlo Magno, re dei Franchi che dominarono fino all'888 d.C. quando la corona di Italia toccò a Berengario I, duca del Friuli: le guerre chiamarono in Italia Ottone I re di Germania (951 d.C.), eletto successivamente imperatore del Sacro Romano Impero.
Il dominio degli imperatori germanici durò fino al 1268. In questi secoli si consolidò il sistema feudale, sorto ai tempi dei Longobardi e approvato da Carlo Magno.
Sotto il governo longobardo-franco, il territorio di Milano (in cui fu sempre compreso l'attuale Albavilla), venne diviso in cinque contadi, governato ciascuno dal proprio conte:
La divisione in pievi durò fino al 1786, anno in cui il governo austriaco fece una nuova divisione.
Intorno all'anno 1000 il popolo si sollevò contro il regime feudale: si entrava nel periodo dei Comuni; la lotta scoppiò sotto il governo dell'arcivescovo Ariberto da Intimiano (1019-1045), che possedeva numerosi feudi retti da valvassori o vassalli minori ad esso sottoposti.
Questi ultimi si riunirono in una lega detta “la Mottaâ€, contro l'arcivescovo e i feudatari: i Comuni, per resistere, eressero delle torri in luoghi elevati per trasmettere ordini e notizie da un luogo all'altro con bandiere colorate di giorno e con falò di notte. Ad Albavilla era presente la torre del monte Broncino (1077 m s.l.m.) collegata con la torre di Incino, il campanone della Brianza, la torre di Montorfano e del Castel Baradello.
Nel 1152 era salito al trono Federico Barbarossa, detto il Barbarossa: nei suoi progetti contro Milano, si fece amico delle popolazioni della Martesana.
Nel 1160 i Milanesi, indignati dal tradimento dei Martesani, riconquistato il Castello di Trezzo sull'Adda, avanzarono fino alla Pieve di Incino, impadronendosi delle torri e dei castelli della zona. Nella frazione di Carcano sorgeva un castello: i resti dei militi fedeli al Barbarossa si asserragliarono in questo castello, che sorgeva nell'attuale area occupata dalla chiesa e dal cimitero, ed era difeso per tre lati da un profondo