vallo naturale, rimanendo accessibile solo verso Tassera.

Il Barbarossa si mosse da Lodi in aiuto degli assediati del castello di Carcano, e giunto sul posto pose il campo tra Orsenigo e Tassera (oggi frazione di Alserio).

Lo scontro, il 9 agosto, fu tremendo ed i Milanesi, vittoriosi sulle prime, si trovarono di fronte un nuovo corpo di nemici che penetrarono distruggendo lo stesso carroccio.

Gli abitanti di Erba decisero di far causa comune con i Milanesi, e si congiunsero a questi senza che il Barbarossa se ne accorgesse: le sorti mutarono in favore delle milizie comunali; il Barbarossa riunì i militi superstiti trovando scampo nel "castello dei Mandelli" e poi oltre, al Castel Baradello. I Milanesi, quando furono certi della fuga dell'imperatore, fecero razzia del campo nemico, e si concentrarono attorno a Carcano. Dopo aver resistito ancora una settimana, una notte gli imperiali fecero una improvvisa sortita, abbattendo e incendiando le costruzioni dei Milanesi. Dopo quasi un mese di assedio i Milanesi rientrarono in città.

Il castello di Carcano cadde molto più tardi nelle mani dei Milanesi, che lo distrussero.

Con la pace di Costanza (1183), furono regolati i rapporti tra i Comuni e l'imperatore e la zona della Martesana venne annessa a Milano.

Trecento e Quattrocento

Nel XIV secolo, il feudo che comprendeva l'odierno territorio di Albavilla passò ai Visconti.

Nel periodo di dominazione viscontea, Azzone Visconti fece rifiorire l'agricoltura. I Visconti cessarono di governare nel 1447, cedendo alla dinastia degli Sforza, che dominarono fino al 1530, anno di inizio della dominazione spagnola.

Rinascimento, dominazioni straniere, Risorgimento

Sotto la dominazione spagnola (1500-1600) crollano il commercio e l'agricoltura in seguito alle pesanti tasse imposte dai governatori spagnoli, alle guerre, alle carestie e alle pestilenze (1576 e 1577, peste di San Carlo, e peste del 1630-1631, peste dei “Promessi Sposi”, con 72 vittime su circa 400 abitanti).

In seguito alla guerra di successione spagnola (1707) subentra il dominio austriaco che, salvo un breve ritorno spagnolo nel 1745- 1746 e la parentesi francese del dominio napoleonico, durò fino al 1859.

Si ebbe un lieve miglioramento: riduzione tasse, rilancio commercio e agricoltura. Nel governo di Maria Teresa (1745-1780), nel 1745 un editto autorizzò i possidenti di ogni comune a riunirsi in “Convocato”, per decidere le nomine e le spese comunali: le riunioni si tenevano nella casa parrocchiale, “Sala comunale” e nella piazza denominata “Praello”.

La popolazione raddoppia, passando da 554 abitanti del 1727 ai 1056 del 1760, grazie anche all'assorbimento della frazione di Saruggia fino a quel momento indipendente.

Nel 1752 nasce il poeta Giuseppe Carpani.

Della dominazione napoleonica resta il ricordo toponomastico dell'Alpe del Viceré, da Eugenio di Beauharnais, figliastro di Napoleone, Viceré d'Italia.

Nella prima metà dell'Ottocento la viabilità viene migliorata tramite allargamento di vie esistenti e apertura di nuove; vengono realizzate nuove condutture d'acqua.

Annate di miseria portarono ad epidemie di pellagra (1816- 1817) e di colera (1836).

L'11 luglio 1859 la firma dei preliminari di Villafranca sancì l'ingresso del paese nell'Italia.

Il paese si trasformò da villaggio prevalentemente dedito all'agricoltura ad importante centro per l'industria serica.

L'afflusso di villeggianti contribuisce a mutare il volto del paese, tramite incremento dell'area dell'abitato e apertura di nuove vie: 1884- 1885 via XX Settembre e via Patrizi, copertura della “Valle” che prima attraversava l'abitato, attraversata dai ponti a “Campo” e del “Priello".

Dal 1900 ad oggi

Nel 1914 viene aperto l'attuale viale Matteotti e nel 1934- 1935 la strada che conduce all'Alpe del Viceré, ultimata la quale si ha la costruzione di un “Villaggio alpino per i Figli degli Italiani all'Estero”.

Nel 1939 la sede dell'attuale palazzo comunale (risalente al 1896), viene ampliata. Anche gli impianti di approvvigionamento e distribuzione delle acque sono oggetto di interventi e di rifacimenti: acquedotto del Cosia con prelievo presso la diga di Leana (1907), Molena e Carcano (1937), sorgenti di Alserio (1959), rinnovo della rete di distribuzione (1961).

Il paese si dota di mezzi di comunicazione che vanno a sostituire le vecchie diligenze a cavalli: autocorriera sulla linea Como-Erba-Canzo-Asso e nel 1911 la tranvia Como-Erba che verrà successivamente prolungata fino a Lecco. La tranvia verrà sostituita nel 1955 da un servizio con pullman.

Il comune stanziò anche una somma per la ferrovia Milano-Erba, inaugurata nel 1880.

Il 14 luglio 1928, Carcano e Villalbese si fondono per dare origine a un unico comune, Albavilla; nel 1931 anche la frazione di Molena e di Ferrera vengono assorbite dal comune da poco nato.

Il primo cittadino del paese a essere nato nel 1928 è Ampelio Corti al quale è stato consegnato un attestato di riconoscimento.

Il paese durante buona parte del Novecento ha rappresentato un centro di villeggiatura soprattutto per numerosi turisti brianzoli e milanesi, grazie a luoghi quali l'Alpe del Viceré con l'Albergo La Salute.

L'afflusso turistico è andato via via calando per ridursi ai soli turisti domenicali, richiamati dall'Alpe del Viceré o dalle iniziative (sagre e fiere), come la festa dei Crotti, organizzata in paese, che richiamano ogni volta moltissima gente.

L'agricoltura e l'allevamento del bestiame, salvo qualche caso sono quasi scomparse, così come la crisi dell'industria serica che ha portato alla chiusura delle storiche filande (Civati, Rejna, Porro, Borselli, Giobbia, Feloy e ultima la Dubini), che offrivano occupazione agli abitanti di Albavilla.

Attualmente le attività produttive, che si concentrano prevalentemente nella parte sud del territorio, sono concentrate sulla meccanica, la tessitura-tintoria, edilizia, florovivaistica, falegnameria e sul terziario.

Simboli

Lo stemma del comune è stato riconosciuto con regio decreto del 15 aprile 1928 quando si chiamava ancora Vill'Albese.

Il gonfalone, concesso con R.D. del 19 ottobre 1933, è un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Chiesa di San Vittore Martire

È la chiesa principale dell'abitato, intitolata al santo patrono san Vittore martire, patrono di Albavilla la cui festa ricorre l'8 maggio.

Riguardo alla fondazione della parrocchia di San Vittore Martire di Villalbese, non si hanno notizie certe, dato che i registri incominciano dalla seconda metà del XVI secolo: una cappella dedicata a san Vittore Martire esisteva da tempo, come dimostra uno scritto del 1398.

Parte di questa cappella era quella chiamata "Chiesa Vecchia", che fino all'inizio del Novecento esisteva perpendicolarmente dietro la "chiesa nuova" costruita nella prima metà del XVIII secolo; con l'ampliamento di quest'ultima, l'antica struttura è stata demolita nel 1914.

In seguito all'aumento della popolazione nel 1912-1913, si decide per l'ampliamento della struttura utilizzando le aree occupate dall'abside, dal campanile e dalle sacrestie della chiesa precedente "chiesa vecchia" e dal giardino e parte della casa parrocchiale che viene restaurata. I lavori prendono il via nel 1914 e nel gennaio 1916 iniziano le celebrazioni delle prime funzioni religiose. L'attuale campanile fu costruito durante questi lavori.

Nella struttura predomina lo stile rinascimentale: l'iconografia è a forma di croce, con i bracci laterali che terminano in absidi semicircolari, minori di quelli della navata longitudinale.

La cupola è di pianta poligonale e si appoggia su otto lesene. Nella seconda metà del XVI secolo, la chiesa aveva il campanile innestato in un fianco della facciata. Nel 1727 con la costruzione della nuova parrocchiale viene costruito anche il campanile della "chiesa nuova", situato sul lato opposto a quello della torre attuale. Nel 1917, ad ampliamento avvenuto, il nuovo campanile torna ad occupare la posizione a lato monte. il campanile ospita 8 campane ambrosiane in Sib2 della Barigozzi di Milano fuse nel 1950.

Chiesa di Santa Maria

La Chiesetta di Santa Maria di Loreto, risalente all'epoca medioevale, è situata in posizione panoramica nella frazione di Molena. Le sue origini risalgono al XII secolo come testimonia l'abside. Originariamente in stile romanico, la chiesa era dedicata a San Bartolomeo. Confrontando la vecchia iconografia con quella attu