dal 1845 – un velocifero, successivamente – dal 1877 – un tram a vapore, il Gamba de legn) gli Aresini incominciarono a cercare lavoro fuori dal paese trasformandosi da contadini soprattutto in apprezzati muratori e sterratori ma anche in operai e artigiani. Durante la prima metà del XX secolo la campagna venne lentamente abbandonata dalle nuove generazioni rimanendo appannaggio dei soli anziani e di qualche irriducibile.

Dal 1920 a tutti gli anni cinquanta il nome di Arese venne conosciuto al di fuori dello stretto circondario principalmente per la presenza dell'Istituto Cesare Beccaria per il recupero dei ragazzi “traviati” (i Barabitt) installatosi nell'antica villa, con parco annesso, nel centro del paese già di proprietà dei Ferrari, forse degli Arese, e successivamente dei fratelli Negri; dal 1955 l'Istituto è diventato il Centro Salesiano San Domenico Savio.

I terreni ormai quasi incolti alla fine degli anni cinquanta attirarono l'attenzione delle industrie alla ricerca di nuovi spazi. Alle poche e piccole attività industriali che a partire dalla fine del XIX secolo si erano quasi impercettibilmente installate sul territorio (IMAR, Mombelli, Cappelli, De Bortoli, Valsecchi, CAM) nel 1959 si aggiunse l'industria chimica Italcolloid e l'anno successivo iniziavano i lavori per la realizzazione dei nuovi impianti dell'Alfa Romeo che sorgono su un vastissimo territorio nella frazione di Valera sbordando nei vicini comuni di Lainate e Garbagnate Milanese.

È l'inizio di una nuova rivoluzione per il territorio e la comunità; altre industrie si installano ad Arese sottraendo terreni agricoli e rendendo necessari nuovi alloggi e infrastrutture adeguate. In dieci anni la popolazione passava da circa tremila nel 1960 a quasi cinquemila abitanti nel 1970 e triplicava ulteriormente nel decennio successivo. In seguito, complice anche la crisi del settore dell'automobile (una presenza veramente effimera se rapportata agli ipotetici duemila anni della comunità), l'incremento demografico rallentò sensibilmente e il numero dei residenti si stabilizzò intorno alle diciannovemila unità. Con decreto presidenziale il 25 ottobre 1985 veniva concesso ad Arese il titolo di città. Dove un tempo si stendevano a perdita d'occhio i campi coltivati ora vi sono villaggi di villette unifamiliari e condomini fra i quali si inseriscono ampi viali e parchi.

Simboli

Come molti altri comuni d'Italia, sotto sollecitazione della Consulta Araldica, anche Arese nel 1926 decise di munirsi di un proprio stemma. Era richiesto che gli elementi grafici che lo componevano si ricollegassero alla storia del comune così la ricerca storica venne affidata a Guido Mantovani – il quale si rifece alla leggendaria fondazione da parte degli Ungari – e, in base alle indicazioni da lui fornite, Giuseppe Giacchi realizzò il bozzetto che prevedeva uno scudo ovale (in realtà nel disegno risultava “perale”, cioè a goccia rovesciata) con una sbarra trasversale bianca recante il motto “Ex gladiis fruges”; nel campo sinistro inseriva una «tenda militare barbarica» (senza altre descrizioni di una scena ben più complessa) e in quello di destra, di colore azzurro, un fascio di spighe al quale sovrapponeva un piccolo fascio littorio.

Tutto sembrava realizzato nel migliore dei modi e con orgoglio lo stemma veniva presentato al pubblico mediante un pieghevole distribuito alla popolazione e furono realizzati anche i timbri comunali; probabilmente però ci si dimenticò di inviare il bozzetto all'ufficio competente per avere la necessaria approvazione. A seguito di un nuovo sollecito la pratica venne ripresa sei anni più tardi, ma il disegno originale fu respinto dalla Consulta Araldica che ne lamentò la complessità, la non rispondenza ai dettami dell'araldica e, soprattutto, l'inaffidabilità dei dati storici. Non ottenendo ulteriori precisazioni, nel 1937 la Consulta si risolse a realizzare essa stessa lo stemma in base alle indicazioni ricevute; la “lettera patente” con il «solenne documento della accordata grazia al Comune concessionario» firmato dal re Vittorio Emanuele III venne emessa solamente il 12 luglio 1940.

Così viene descritto lo stemma:

In seguito al Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 313 del 26 ottobre 1944 il Capo del Littorio (cioè l'intera fascia superiore contenente il fascio littorio) avrebbe dovuto essere eliminato, ma come tanti altri comuni italiani anche Arese intese dovesse essere tolto solo il simbolo fascista e pertanto il capo rosso porpora venne lasciato. Dopo aver ottenuto il titolo di Città nel 1985, la corona d'argento “da comune” è stata sostituita con quella d'oro “da città” con cinque torri visibili.

Da una ventina d'anni nelle occasioni ufficiali viene portato anche un gonfalone nel quale lo stemma compare su un fondo azzurro. È necessario precisare che per tale gonfalone, che pure è stato realizzato da un fornitore qualificato, il comune non ha mai ottenuto un provvedimento di riconoscimento ufficiale, anzi, secondo l'ufficio di araldica il fondo azzurro non è compatibile con lo stemma utilizzato e nemmeno con quelli da esso stesso proposti come alternativa. A quanto risulta l'amministrazione comunale sta compiendo i passi necessari per risolvere tutte le problematiche legate a questi aspetti apparentemente solo formali per la vita del comune.

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo

Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo sulla piazza omonima, al centro del capoluogo. È stata costruita dal 1880 al 1882 su progetto dell'ingegnere architetto Enrico Strada; per problemi economici il campanile è stato aggiunto nel 1887 e la facciata è stata realizzata solamente nel 1927 su disegno dell'architetto Ugo Zanchetta. Provenienti dall'antica parrocchiale vi si conservano una statua della Madonna del Rosario e un crocifisso lignei del XVII secolo. Sulla controfacciata, al di sopra del portone principale, vi è un grande e pregiato organo a canne realizzato nel 1890 da Vittore Ermolli di Varese su disegno di Enrico Strada autore anche del disegno della cantoria realizzata interamente in legno; l'organo è stato restaurato nel 2000. I due grandi affreschi ai lati dell'altare sono opera di Mario Grandi Chiodo (1931), mentre la calotta della cupola è stata affrescata nel 1938 da Galloni, allievo del Grandi; dello stesso pittore è la rappresentazione delle Virtù Teologali nel catino dell'abside. La chiesa nelle sue forme iniziali è nata da uno sforzo collettivo dell'intera comunità in uno di quei rari momenti in cui, per la realizzazione di una grande opera, vengono accantonati i conflitti sociali e i contrasti di campanile.

Chiesa di San Bernardino da Siena

San Bernardino da Siena nella frazione di Valera è la chiesa più antica di Arese ancora officiata. Sorta probabilmente quando ancora il territorio era di proprietà della Pia Casa della Misericordia, è storicamente accertata dal 1558 quando la famiglia Lattuada ottenne il permesso di farvi celebrare la messa la domenica. Quando possiamo vederla rappresentata sulle mappe del catasto Teresiano (1721) è ancora una piccola cappella dispersa nella campagna; nei secoli successivi fino allo scoppio dell'ultima guerra i proprietari la arricchiranno e ingrandiranno per propria devozione e per l'interesse della comunità. Vi si conservano due grandi tele di attribuzione incerta ma di fattura cinque-seicentesca e si caratterizza soprattutto per una ricca cappella dedicata alla Madonna in cui si trova un affresco attribuibile a Filippo Comerio (inizio Ottocento). Per la sua ricchezza e per le dimensioni ridotte che favoriscono il raccoglimento è oggi anche meta ambita per matrimoni “fuori porta”.

Chiesa dell'Annunciazione della Beata Vergine e di San Luigi Gonzaga

In via Antonio Gramsci. È la chiesetta della frazione Torretta, ricca di storia pregressa ma sempre molto povera nell'aspetto. Il grande quadro dell'Annunciazione potrebbe risalire al 1705. Si è recentemente (2010) arricchita di otto vetrate policrome realizzate dagli artigiani del vetro di Tauca in Perù.

Chiesa di Maria Aiuto dei Cristiani

Si trova in piazza Maria Ausiliatrice nella zona residenziale settentrionale approssimativamente a metà strada tra la parrocchiale e Valera. È stata reali