Rho (Rò in dialetto milanese, AFI: [ˈrɔ]) è un comune italiano di 50 906 abitanti della città metropolitana di Milano in Lombardia.
Rho è caratterizzata da una forte densità di industrie, nonché dal nuovo quartiere fieristico della città di Milano: ospita infatti i nuovi padiglioni espositivi della Fieramilano. Insieme a Milano ha ospitato l'Expo 2015, l'esposizione universale inaugurata il 1º maggio 2015 e conclusasi il 31 ottobre dello stesso anno.
Rho si trova a circa 14 km a nord-ovest del centro di Milano; è bagnato a sud dal fiume Olona ed è attraversato dai suoi affluenti Bozzente e Lura, oggi in parte interrati all'interno del centro urbano.
Il capoluogo comunale è lambito a est e a nord dalla strada statale 33 del Sempione, che un tempo lo attraversava sul percorso dell'attuale corso Europa, mentre a sud corre il ramo in comune delle ferrovie Torino-Milano, ad altà velocità e storica (sulla quale passa la linea S6 del servizio ferroviario suburbano di Milano, Novara-Treviglio), e Domodossola-Milano (sulla quale passa la linea S5, Varese-Treviglio).
A Passirana è attiva una stazione meteo gestita in collaborazione con il Centro Meteorologico Lombardo.
L'origine del nome Rho è piuttosto controversa e ci sono numerose ipotesi al riguardo.
L'attuale denominazione di Rho, che ufficializza la presenza della lettera h in mezzo al nome per distinguerla da un'omonima località in provincia di Ferrara, risale al 1932; ma il nome della città in passato ha avuto varie forme. In un documento risalente all'anno 846, il primo in cui si parla di Rho, è citato come Vico Raudo un gruppo di abitazioni circondate da terre coltivate; in altri documenti il borgo di Rho è citato con nomi diversi: Rhode, Rhodo, Rode, Rodo, Raude, Raudo, Rhaudum. Nel XVI-XVII secolo si attesta Aro (in una carta geografica dipinta sulla parete di una sala dei Musei Vaticani e in una cartina seicentesca). In seguito si ha Rò, Rhò e Rho.
Non è certo se il toponimo derivi da una base linguistica con -au > -o- o se le forme con -au- attestate storicamente siano dovute a una ricostruzione posteriore, come esiti di un -au- latino. Nel caso si ammetta, com'è probabile, un -o- originario, si può supporre un nome personale germanico come *Rodo (da confrontare con Hrothi, Hrodhi). Altre proposte sono il latino aratus, "arato", una forma aggettivale *areatus, oppure un prelatino *raud "rosso". È stato anche proposta una base celtica *raton (latinizzata in *ratum).
La lettera h in Rho è probabilmente un cultismo (forse per influsso di Rhodos', "Rodi"), o potrebbe essere una traccia dell'originaria h iniziale se derivasse da un nome personale germanico. Una paretimologia fa derivare il nome da ruota, come testimonia lo stemma.
Rho è uno dei centri abitati più antichi della Lombardia e ciò è dimostrato dal fatto che durante gli scavi per la costruzione di edifici o strade sono venuti alla luce numerosi reperti archeologici relativi all'età romana, con i ritrovamenti più rilevanti avvenuti durante gli scavi del 1876, 1890, 1917 e 2024. Nel tempo sono venuti alla luce anche altri reperti che, sebbene di importanza minore, sono stati determinanti per dimostrare che fin dall'età imperiale romana Rho ebbe un ruolo notevole. Da un punto di vista amministrativo, faceva parte della regio XI Transpadana.
Nella stessa organizzazione stradale attuale è rintracciabile un'organizzazione riconducibile alla centuriazione romana: la grande maggioranza delle strade scorre parallela in direzione Est-Ovest e Nord-Sud. Gli assi di riferimento sono il Cardo (Nord-Sud, via Madonna e via Garibaldi) e il Decumano (Est-Ovest, via Matteotti e via Porta Ronca). Questi si incrociano in piazza San Vittore, ancora oggi centro dell'insediamento.
Ulteriori ritrovamenti archeologici hanno confermato l'esistenza in epoca romana di una strada, la cosiddetta via Mediolanum-Verbannus, che congiungeva Milano e il Verbano, passando per Legnano e Gallarate. Lungo questo asse di comunicazione Rho rappresentava il decimo miglio, quindi il punto di sosta dell'esercito. Gli antichi romani deviarono il fiume Olona a Lucernate, scavando un alveo artificiale che si dirigeva verso Milano costeggiando la via Mediolanum-Verbannus. Un corso d'acqua che costeggiasse interamente la via Mediolanum-Verbannus fu infatti reputato fondamentale dagli antichi romani per dare un cospicuo incremento ai commerci lungo questa strada, soprattutto considerando il maggiore carico trasportabile sui barconi fluviali rispetto al semplice trasporto terrestre.
In base a rinvenimenti archeologici è stata anche datata fra il IV e il V secolo la completa cristianizzazione del borgo: in piazza San Vittore negli anni sono venuti alla luce un antico cimitero e una cappella cristiana. Dello stesso periodo sono i reperti trovati in via Belvedere: tombe cappuccine con incise l'alfa e l'omega.
Con le invasioni barbariche nella zona si realizza una profonda depressione economica e il dominio passa di mano in mano fino ai Longobardi e quindi ai Franchi. Sotto i Longobardi il borgo assume nella sua topografia una terminologia tuttora rintracciabile, a partire dal Pomero, che deriva da Post Moerus, ossia fuori dalle mura fortificate. L'origine di questo termine però non è riconosciuta universalmente: alcuni attribuiscono il nome alla presenza nei secoli scorsi di numerosi alberi di mele. Il termine Fare invece è riscontrabile oggi nella periferica Cascina Fara.
Sempre nel periodo di dominazione longobarda viene attribuito alla futura Rho l'appellativo di Curtis (corte), una particolare forma di organizzazione della società nel periodo del feudalesimo.
Un atto di permuta, rogato il 9 gennaio 864 dal notaio Agatone, cita per la prima volta il nome della cittadina chiamandola Vico Rhaudo, ed accenna ad una chiesa di Sant'Ambrogio e ad un rozzo castello ivi esistenti. Ancora nell'871 due pergamene ne riportano il nome.
Intorno all'anno 1000 Rho inizia a rivendicare la sua libertà come comune, cercando di liberarsi dall'influenza dei nobili della zona. Nel 1004 l'imperatore Enrico II, dopo aver vinto i longobardi di Arduino e fattosi incoronare Re d'Italia a Pavia (14 maggio), staziona a Rho, dove firma alcuni documenti "decisi" in Rodo o in campo qui dicitur Raudo, ricambia l'ospitalità concedendole il titolo di borgo e capopieve, staccandola da Nerviano, e provvede all'istituzione di un mercato settimanale. Il mercato si tiene tuttora ogni lunedì. A Rho viene istituita anche una Corte di Giustizia e realizzato un canale (riale) per l'irrigazione dei campi usando l'acqua dell'Olona.
Risale all'XI secolo anche la figura semileggendaria di Giovanni da Raude, detto anche Giovanni della Croce, vessillifero dell'esercito crociato durante la Prima Crociata; fu lui che il 15 luglio 1099, data della presa di Gerusalemme, issò sulle mura della Città Santa la bandiera dei cristiani.
Nel maggio 1160, durante l'assedio di Milano, Federico Barbarossa fece distruggere Rho, che venne però rapidamente ricostruita. Tra il 1130 e il 1215 ben nove consoli rhodensi sono attestati nello Stato milanese, e alcuni di essi appartengono alla famiglia dei Capitanei de Raude documentata ufficialmente come residente in città dal 1196.
Come confermato da un documento conservato presso l'Archivio dell'Ospedale Maggiore di Milano, intorno al 1300 venne edificato il primo ospedale di Rho; i suoi beni furono poi in seguito acquistati dai frati Agostiniani del luogo Pio di Santa Maria del Pasquerio di Rho, nel 1481.
Nel 1305 il nobile Cressone Crivelli tentò con i suoi soldati di impadronirsi di Rho e Nerviano, ma fu sconfitto e respinto dalla reazione popolare. Otto anni più tardi il borgo fu comunque conquistato da Milano, che uccise o imprigionò quasi tutti gli abitanti.
Grazie all'abbondanza di acqua e di terre feritili nel XV secolo molti nobili milanesi si trasferirono a Rho, costruendo sontuosi palazzi, in gran parte oggi distrutti. La nobile frequentazione è tale che era stata costituita una Universitas nobilium dicti loci de Raude. Fra il Cinquecento ed il Seicento furono costruiti anche due conventi: degli Agostiniani e dei Cappuccini (sulla strada che conduce a Lucernate), entrambi distrutti nell'invasione napoleonica.
Nel 1511 i Lanzichenecchi discesero in Italia, comandati da Matteo Schinner e saccheggiarono Rho. Giunse poi la dominazione spagnola e nel 1539 Carlo V di Spagna concesse il feudo ai Visconti. Nel 1570 nella popolazione fiaccata dall'oppressione spagnola si sparse un'epidemia di peste.
Secondo le cronache del tempo, il 24 aprile 1583 un quadro raffigurante la Pietà avrebbe pianto lacrime di sangue, avvenimento successivamente riconosciuto dalla Chiesa cattolica come miracoloso. Sul luogo della cappella dove era conservato il quadro venne edificato il Santuario dell'Addolorata, alla cui realizzazione collaborarono numerosi illustri artisti dell'epoca.
Nel Seicento la peste colpì ancora il Milanese e nel 1663 i rhodensi eressero nell'attuale piazza San Vittore la Croce della peste, spostata di fianco alla chiesa parrocchiale nel 1928 e riportata al luogo originario settant'anni più tardi.
Nel 1928 un Regio Decreto assegnò a Rho la frazione di Passirana Milanese, in precedenza facente parte del borgo di Lainate e nel 1932 Rho ottenne il titolo di città .
Durante la Resistenza, Rho ha visto numerosi caduti durante la l