Golasecca (Vuraséca o Uraséca in dialetto varesotto) è un comune italiano di 2 618 abitanti della provincia di Varese in Lombardia.
Il comune sorge sulle rive del fiume Ticino. Abbarbicata ad est dell'omonimo monte.
Durante l'età del bronzo e fino al V secolo a.C., il territorio del Comune e il suo intorno fu sede di una civiltà molto sviluppata, detta cultura di Golasecca, che aveva propaggini importanti anche nei nuclei proto-urbani di Castelletto sopra Ticino e Como. Lungo la valle del Ticino e nei musei della zona sono conservate testimonianze di questa civiltà , nota a noi moderni soprattutto attraverso la raffinata arte funeraria. Da Golasecca, in epoca romana, passava la via Severiana Augusta, strada romana consolare che congiungeva Mediolanum (la moderna Milano) con il Verbannus Lacus (il Lago Verbano, ovvero il Lago Maggiore, e da qui al passo del Sempione (lat. Summo Plano).
Per quanto riguarda il toponimo, in dialetto locale il paese viene anche chiamato "Uraséa" o "Uraseica", nomi che deriverebbero dalla radice "our", di origine preceltica, forse iberica o mediterranea, e che sta ad indicare le acque fluviali.
Durante il Medioevo Golasecca fu parte del Contado del Seprio e, dalla fine del XIV secolo, del Ducato di Milano, di cui segui le sorti durante l'occupazione napoleonica e la successiva integrazione nel Regno Lombardo-Veneto e quindi nel Regno d'Italia. Il primo Consiglio comunale fu eletto nel 1821.
Il comune balzerà agli onori della cronaca nera nel 2004, quando verrà ritrovato il cadavere di una ventisettenne uccisa e occultata nella notte del 26 gennaio dello stesso anno, in uno chalet di via Colombo; tale fatto porterà alla luce una realtà sinistra, fino ad allora sconosciuta, di quella zona d'Italia: le Bestie di Satana, setta satanica attiva a cavallo tra la metà degli anni '90 e il 2004, tra le provincie di Varese e Milano. La setta fu responsabile di quattro morti accertate (tre, oltre allo stesso omicidio della ventisettenne) e altri 18 casi sospetti (tra questi si contano sparizioni, probabili omicidi, nonché casi archiviati, in mancanza di un quadro probatorio e testimonianze, come suicidi). Il caso, per l'efferatezza dei crimini, fu particolarmente scioccante a livello nazionale ed ebbe grande eco anche all'estero.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 14 luglio 1957.
Il gonfalone è un drappo partito di verde e di bianco.
Il comune di Golasecca è capofila, insieme alla Provincia di Varese e alla Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia del progetto intitolato “Sistema culturale archeologico della Civiltà di Golaseccaâ€. L'obiettivo che il “sistema†persegue è la valorizzazione delle peculiarità del territorio interessato dalla Civiltà di Golasecca e di quei più preziosi tasselli della storia più antica che, sfidando il tempo, sono giunti sino a noi.
Il progetto prevede la riqualificazione, la tutela e la valorizzazione dell'area archeologica del Monsorino e la ristrutturazione e ri-funzionalizzazione dell'edificio storico di piazza Libertà con la formazione del Centro Culturale Multimediale per l'Archeologia. Cuore del nuovo Centro saranno una serie di video ed immagini proiettati su monitor touch-screen che racconteranno l'identità storico-culturale del luogo, legata anche all'operosità e alla creatività delle sue genti.
Grazie alla tecnologia a agli attuali mezzi di comunicazione e condivisione informatica, Golasecca potrà confrontarsi con tutti i musei internazionali votati allo studio del passato e dell'archeologia. Il progetto si inserisce inoltre all'interno di un contesto naturalistico e paesaggistico unico, da percorrere gradevolmente anche in bicicletta, lungo le sponde del Naviglio Grande e dei canali sussidiari, costeggiando edifici vetero-industriali, tratti boschivi e di brughiera tipici del Parco Lombardo del Ticino. Tra l'altro, è da segnalare che nei boschi di Golasecca esiste un percorso ciclabile particolare, abitualmente frequentato da sportivi che praticano il ciclismo in mountain-bike.
Secondo il racconto della costruzione