ioni: i madamisti e i principisti. Filippo si schierò con i madamisti, e divenne ministro, consigliere personale, e 'favorito' di Cristina, detta la Madama Reale. Per il sostegno dato al giovane Duca, avverso le pretese dei Principi Maurizio e Tommaso, Filippo fu incarcerato nel 1640, su ordine del cardinale Richelieu, e liberato due anni dopo. Carlo Emanuele II, una volta salito al trono, gli ordinò di ritirarsi a vita privata. Morì a Torino nel 1667, e per suo volere, fu sepolto presso il Santa Maria al Monte dei Cappuccini di Torino.

Il regno di Carlo Emanuele III

Nel 1764 il feudo di Agliè passò a Carlo Emanuele III, che lo rivendette al suo secondogenito Benedetto Maria Maurizio, Duca del Chiablese. Questi incaricò l'architetto Ignazio Renato Birago di Borgaro di ricostruire e ampliare il castello, soprattutto sul lato verso la piazza. Tra il 1767 ed il 1775 venne edificata la galleria che collega la Chiesa Parrocchiale al Castello.

La dominazione napoleonica

Durante la campagna di guerra in Italia di Napoleone Bonaparte, il paese, nel 1796, venne occupato, e il castello depredato di mobili e suppellettili. Entrato nel 1825 nei possessi di Carlo Felice, questi ne affidò il restauro all'architetto Michele Borda di Saluzzo, che ricavò all'interno anche un piccolo teatro.

Simboli

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 24 maggio 1963.

Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse

Il Castello ducale

È conosciuta per l'importante castello ducale che fa parte del circuito dei castelli del Canavese. Risalente al XII secolo, originariamente fu proprietà dei conti San Martino di Agliè.

Residenza estiva dei Savoia, il castello presenta una facciata monumentale con due rampe di accesso e con un ampio giardino con fontana. Attualmente è composto da ben 300 stanze, per la maggior parte arredate con mobili d'epoca. L'edificio è circondato da giardini all'inglese e all'italiana, e da un grande parco ricco di fiori rari ed alberi secolari, impreziositi da una fontana progettata dai fratelli Collino. Nel 1939 i principi di Savoia-Genova vendettero allo stato il castello per la somma di 7 milioni di lire.

È stato il set delle riprese della fiction televisiva Elisa di Rivombrosa.

Villa Il Meleto

Villa Il Meleto (così chiamata perché il viale d'ingresso ed il terreno confinante erano coltivati a frutteto) fu la residenza estiva del poeta Guido Gozzano.

Costruzione risalente alla seconda metà dell'Ottocento, fu proprietà del deputato Massimo Mautino. La villa fu donata dal senatore alla figlia Deodata in occasione delle sue nozze con l'ingegner Fausto Gozzano, e fu utilizzata come soggiorno estivo della famiglia, dopo il trasferimento della residenza a Torino. Nel 1904, Guido Gozzano e la madre iniziarono il restauro dell'edificio, fino a trasformarlo nelle forme attuali: una villa con balcone al primo piano e la facciata affrescata da glicini, secondo il gusto Art Nouveau diffuso in quegli anni; attorno, un giardino romantico, e poco distante il frutteto, e uno stagno con l'isoletta dello chalet (oggi demolito).

La casa fu venduta nel 1912 come nuda prop