Costigliole Saluzzo (Costiòle 'd Salusse in piemontese) è un comune italiano di 3 289 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte, non lontano da alcune delle più note cittadine della "Granda": Saluzzo, Savigliano, Fossano e Cuneo.
Comune del saluzzese all'imbocco della Valle Varaita è definito il paese dei tre castelli. Castello Rosso, Castello Reynaudi e "Castlòt" (o Castellotto), infatti, dominano il borgo medioevale che ospita edifici di valore storico-artistico, tra i quali la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Maddalena. La particolarità del clima ha attratto nei secoli scorsi numerose famiglie nobili che hanno scelto Costigliole Saluzzo come loro residenza, costruendovi ville e palazzi, come il Palazzo Giriodi di Monastero, oggi sede del Comune, o il Palazzo Sarriod de La Tour, oggi sede della biblioteca comunale. Proprio la particolarità del clima è alla base dell'agricoltura locale, che permette a Costigliole Saluzzo di rientrare a pieno titolo nel distretto della frutta del saluzzese.
L'altitudine del territorio comunale è compresa fra una quota minima di 400 metri s.l.m. e una quota massima di 938 s.l.m. in località Bricco Alto. La casa comunale è situata a 460 metri s.l.m..
Il territorio comunale si trova, stando alla classificazione sismica della Protezione Civile, in zona 3 (zona con pericolosità sismica bassa, che può essere soggetta a scuotimenti modesti).
Le coordinate geografiche espresse in latitudine Nord (distanza angolare dall'equatore verso Nord) e longitudine Est (distanza angolare dal meridiano di Greenwich verso Est), con valori numerici riportati utilizzando il sistema sessagesimale DMS (Degree, Minute, Second): 44° 33' 55,80 N e 7° 29' 11,40 , mentre con il sistema decimale DD (Decimal Degree) sono 44,5655° N e 7,4865° E.
La zona di pianura del territorio comunale si situa all'estremità occidentale della pianura cuneese, formata da serie di depositi alluvionali originatisi in ambienti deposizionali diversi, passanti dalla conoide, in corrispondenza del margine alpino, alla piana alluvionale, in corrispondenza del settore mediano della pianura. Si tratta di sequenze di depositi alluvionali generalmente ghiaioso-sabbiosi, localmente separati da livelli cementati, dotati di limitata continuità laterale. L'alimentazione dell'acquifero dipende, oltreché dall'infiltrazione diretta, dalle perdite dei corsi d'acqua, in particolare del torrente Varaita; il carattere "alimentante" del Varaita è confermato dalla carta piezometrica.
Costigliole Saluzzo trae il suo nome da quello latino delle ultime basse propaggini del Monte Pagliano "costeolae" su cui sorse.
Le prime notizie certe sul borgo di Costigliole Saluzzo risalgono all'inizio del XII secolo, ma recenti scavi hanno portato alla luce tracce dell'età romana e studi storici hanno documentato lo stanziamento di tribù liguri in età antica. In epoca medioevale fu un importante feudo, governato dalla consorteria dei "da Costigliole", fedelissima al Marchesato di Saluzzo. È conosciuta in zona per i tre castelli medioevali e per i numerosi palazzi che importanti famiglie fecero costruire come residenze di villeggiatura a partire dal Settecento. Particolare la localizzazione della parte storica del paese, adagiata sulla collina dominata dai castelli e dalla chiesa parrocchiale di fine Quattrocento.
Fin dal 568 cominciarono a comparire in Piemonte insediamenti longobardi. Questa nuova occupazione avvenne gradualmente e fu opera dapprima di piccoli nuclei che presidiavano le zone di maggior importanza strategica, poi una sorta di colonizzazione che portò alla suddivisione del territorio in ducati. Le continue lotte tra duchi ribelli che parteggiavano per re ariani o re cattolici portarono ad uno scadimento progressivo dell'autorità regia. Le necessità di difesa indussero i vari gastaldi del re ad innalzare fortilizi alla base della valli Varaita, Maira, Grana e Po.
In seguito, dall'VIII secolo la gestione delle valli sarà poi organizzata sia dall'abbazia di Pagno, che amministrava il territorio delle valli Po, Bronda, Infernotto e Varaita, quest'ultima gestita assieme alla pievania del monastero di Falicetto (Verzuolo), che dall'abbazia di Villar San Costanzo, che amministrava il territorio della val Maira; e quest'ultima fu particolarmente influente poi per Costigliole Saluzzo.
Successivamente la presenza dei Saraceni comparsi in Provenza fin dall'anno 842 condizionò il territorio, rendendo il cuneese quasi del tutto abbandonato ed esposto e fu così che vennero assaltati i monasteri di Pagno, Villar San Costanzo e la città di Pedona (attuale Borgo San Dalmazzo).
Dopo la cacciata dei saraceni il Piemonte presentava un aspetto desolato, campi incolti, boschi e selve. La graduale conquista alla coltivazione segnò il lento progredire dell'agricoltura e il miglioramento delle condizioni di vita. Risorsero i monasteri di Pedona, Pagno e Villar San Costanzo, con artefici di fondazioni e donazioni anche i Marchesi di Saluzzo. Saluzzo e le terre circostanti erano comprese nella diocesi di Torino e il vescovo vantava ampi diritti sulle sue giurisdizioni poiché Federico Barbarossa aveva accordato al clero enormi poteri. Con gli anni del Marchese Manfredo I, tra le famiglie feudatarie del Piemonte quella dei Costanzia da