Costigliole era già conosciuta con il nome Da Costigliole, che emersero proprio con il Marchesato e a questo legarono la loro fortuna. La loro origine fu probabilmente preesistente e molto verosimilmente tenevano l'antica rocca fortificata sulla collina dell'attuale cappella di Santa Cristina. Successivamente, tra il 1200 e il 1300 Costigliole divenne un paese di una certa importanza, dalle poche abitazioni vennero edificati i castelli ai quali si accedeva dalle porte delle quali oggi resta traccia nella Porta Grafiona.

L'assedio dei Savoia del 1487

Il marchese di Saluzzo continuò a rivolgere pesanti suppliche al Re di Francia per ottenere l'aiuto dell'esercito per far fronte alle pressioni dei Savoia, ma a fine Quattrocento i francesi presero tempo e dilazionarono il loro intervento. Con l'avvicinarsi della Pasqua del 1487 gli assediati costigliolesi dovettero accettare la resa in cambio della salvaguardia della vita e in riconoscimento del loro eroico comportamento. Carlo di Savoia, detto il guerriero, poté così ampliare i suoi possedimenti e si impadronì di Costigliole. Il duca di Savoia ordinò distruzioni e l'atterramento delle torri e delle fortificazioni. In questo periodo venne così distrutto il primo maniero che sorgeva dove sorgono gli attuali castelli. La Chiesa di Sant'Eusebio perse importanza e si procedette all'edificazione della nuova Chiesa.

1796, Costigliole è francese

Nel 1795 e 1796 la Francia attaccò i Savoia e Vittorio Amedeo dovette scendere a patti e trattare a Cherasco. Le truppe francesi erano schierate nel cuneese e occupavano lo stesso capoluogo. I Savoia erano disposti di fronte al nemico e a Costigliole avevano accantonato il reggimento Crist, formato da giovani svizzeri. Il fronte però continuava a spostarsi e il 30 giugno a Costigliole transitavano soldati francesi. L'idea repubblicana cominciò a serpeggiare nella popolazione che vedeva nel Napoleone Bonaparte il vessillo di una nuova libertà, il Piemonte nel 1799 venne unito alla Francia, anche a Costigliole vennero eretti simboli della rivoluzione. Quando però il Bonaparte venne sconfitto Vittorio Emanuele tornò a Torino e Saluzzo tornò ai suoi antichi confini, ai quali aggiunse in più Valmala.

Il ritorno ai Savoia, gli anni dell'Ottocento, Italia 1861

Con il ritorno dei Savoia si avviò in Piemonte la restaurazione. Il ritorno del monarca suscitò nei piemontesi i sentimenti più diversi. Tra la nobiltà prevalse un senso di soddisfazione, si ritrovavano antiche certezze, anche se non mancavano coloro che riconoscevano i progressi durante l'Impero. Dopo anni di buon governo e successi dello statista Cavour, che condizionarono anche Costigliole Saluzzo con azioni di ammodernamento economico che nel Regno di Piemonte e di Sardegna significarono la costruzione di ferrovie e trafori, il miglioramento della rete stradale, il potenziamento delle industrie, l'introduzione di tecniche più avanzate in agricoltura, l'élite intellettuale piemontese abbracciò la causa dell'unità italiana, che sopraggiunse nel 1861 dopo una serie di guerre. Con la formazione del regno d'Italia il Piemonte perse d'importanza la letteratura divenne provinciale; i Piemontesi si trovarono improvvisamente a passare dalla condizione di cittadini di uno stato rispettato e forte a quella di abitanti di una regione periferica di un regno appena nato e pieno di problemi. Nel 1864 Torino perse il suo ruolo di capitale. I successivi furono anni difficili segnati sul territorio da una serie di conflitti e di migrazioni obbligate, alla volta principalmente della Francia e dell'Argentina, che coinvolsero buona parte della gioventù, almeno sino ai primi decenni del Novecento.

Il Novecento, periodo giolittiano, la grande guerra e il fascismo

Un miglioramento delle condizioni si ottenne con il periodo giolittiano, che ottenne ben presto un buon successo nell'opinione pubblica piemontese. Il pragmatismo, le capacità amministrative e finanziarie allargarono il consenso di Giolitti tra ampi settori dei ceti produttivi. La fine dell'età giolittiana coincise però con l'avvio della prima guerra mondiale, che anche a Costigliole Saluzzo costò la vita a buona parte della giovane popolazione. La debolezza strutturale e il clima di proteste vennero intercettati dalla proposta fascista, particolarmente appoggiata dalla cittadinanza per le aspettative economiche che trovarono in buona parte risposta a costo però di perdita di diritti e di un avvio di un processo di italianizzazione forzata.

La seconda guerra mondiale

La drammaticità degli anni quaranta a Costigliole è testimoniata dalle numerose perdite al fronte che ancora una volta colpirono al cuore la fascia più giovane della popolazione. Una serie di guerre e di tragici eventi che coinvolse i Costigliolesi, dispersi nella drammatica ritirata della Divisione Alpina Cuneense in Russia, o prigionieri nei campi di sterminio nazisti o coinvolti nelle lotte partigiane delle quali resta vivo oggi il ricordo con la commemorazione dell'eccidio di Ceretto. Il dopoguerra coincise finalmente con un periodo di ripresa economica e della produzione che ha permesso generalmente una buona qualità di vita sino ai giorni nostri.

Simboli

Lo stemma del Comune di Costigliole Saluzzo è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 2 gennaio 1993.

Il gonfalone è un drappo troncato di bianco e di azzurro.

Onorificenze

Monumenti e luoghi d'interesse

Palazzo Giriodi di Monastero

Palazzo Giriodi di Monastero è sede comunale dal 1923. Il settecentesco palazzo è sta