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Lamporecchio è un comune italiano di 7 374 abitanti della provincia di Pistoia in Toscana. Distante circa 18,5 km dal capoluogo provinciale, il comune si estende su 22 km² tra la pianura della Valdinievole ed il Montalbano.

Geografia fisica

Il comune di Lamporecchio si estende sulle pendici occidentali del Montalbano, lambendo l'area del Padule di Fucecchio, ai limiti orientali della Valdinievole.

  • Classificazione sismica: zona 2 (sismicità medio-alta), Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003
  • Classificazione climatica: zona D, 1705 GG
  • Diffusività atmosferica: media, Ibimet CNR 2002

Origini del nome

Il toponimo Lamporecchio è citato per la prima volta il 19 gennaio 1057 come Lamporeclo; il Repetti riporta una forma latina o latinizzata Lamporeclum. Secondo Silvio Pieri il nome deriva da lampone con dissimilazione della seconda nasale in r. Il Pellegrini sostiene la medesima idea.

Storia

Il territorio del comune di Lamporecchio si estende per 22,25 km² in collina e pianura, dalle pendici occidentali del Montalbano al padule di Fucecchio. Abitato fin dall'epoca romana, ebbe origine da un antico feudo; esso venne incorporato nel 1774 alla comunità e podesteria di Serravalle, staccandosene nel 1810 per unirsi alla frazione di Larciano.

Ha raggiunto l'assetto attuale nel 1897 quando Larciano è divenuto comune autonomo. Lamporecchio, che si sviluppò lungo il tracciato della strada che dal Valdarno Inferiore raggiungeva Pistoia attraverso il Montalbano, fu dall'XI al XIII secolo feudo dei vescovi di Pistoia che videro confermati i loro privilegi dai diplomi imperiali di Federico I (1155), Arrigo VI (1196) e Ottone IV (1209); ma già nel 1224, dopo vivaci dispute, ne fu riconosciuta la giurisdizione politica al comune pistoiese. Nel corso delle guerre tra Pistoia, Lucca e Firenze (1306-1328) Lamporecchio passò alternativamente di mano, finché Firenze, dopo averlo concesso a Pistoia nel 1329, non ne decise l'annessione definitiva al proprio distretto nel 1351. A Lamporecchio nacque il poeta Francesco Berni (1497-1535) e visse il "poeta contadino" Idalberto Targioni, sindaco tra il 1914 e il 1919.

Nel passato le maggiori risorse del territorio provenivano dall'agricoltura in quanto i terreni, particolarmente fertili, permettevano una proficua coltivazione della vite e dell'olivo nella zona collinare, del lino e della canapa nella zona pianeggiante, mentre la parte più montuosa della comunità serviva per i pascoli e per la raccolta del legname nei boschi. Tradizionale elemento del suo paesaggio agrario erano le viti congiunte ai gelsi.

Per molti secoli sin dal XVI, il territorio è stato caratterizzato dalla presenza di due grandi fattorie, che ne caratterizzavano la quasi totalità: la Fattoria di Spicchio dei principi Rospigliosi con sessantatré poderi e la Fattoria di Carraia dei conti Manni con quarantasette poderi e relative case da lavoratore. A partire dalla seconda metà del XIX secolo entrambe le tenute cominciarono a disgregarsi sia per le divisioni ereditarie tra i membri delle due casate che per alcune vendite effettuate. Oggi la Villa di Spicchio, dopo alterne vicende e vari passaggi di proprietà, è adibita a matrimoni, convegni e meeting, mentre la Villa di Carraia è sempre di proprietà dei conti Lucarini Manni che vi soggiornano saltuariamente.

Nel Settecento, molto diffuse erano la filatura della lana e del lino a domicilio, per conto del mercato pratese e di strumenti agricoli in ferro. Alle superstiti attività agricole (la coltivazione medio-intensiva della vite e dell'olivo, cui si sono aggiunte quella dei piselli e l'avicoltura), Lamporecchio ha affiancato nell'ultimo trentennio varie attività industriali e artigianali. La vicinanza del Padule di Fucecchio è stato economicamente importante per lo meno fino agli inizi degli anni Settanta del nostro secolo, in quel tempo gruppi consistenti di Lamporecchiani, fra cui numerose donne, andavano in padule a tagliare il cosiddetto s