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San Candido (AFI: /sanˈkandido/; Innichen in tedesco, AFI: /ˈiniçn/; Sanciana o San Candel in ladino) è un comune italiano di 3 294 abitanti della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige, situato nell'Alta Pusteria e nel comprensorio della Val Pusteria. Comune-mercato dal 1303, è una nota località turistica invernale ed estiva delle Dolomiti, inclusa nel parco naturale Tre Cime.

Origini del nome

Il toponimo è attestato come India nel 769, Intihha nell'822 e Intichingen nel 1070 e deriva forse dal nome di persona latino Indius attraverso una forma *Intica.

Il nome italiano San Candido è attestato dal 1870 in area ladina fodom. Peraltro nel ladino della val Badia è attestato nel 1915 nella forma San Ciana, tuttora usato anche dalla Provincia di Bolzano per i suoi testi in ladino. Ettore Tolomei aveva proposto San Candido alla Drava, ma è stato accolto solo in parte e corrisponde a quello del compatrono della collegiata.

Geografia fisica

San Candido è situato nei pressi della sella di Dobbiaco, al di là dello spartiacque alpino, poiché attraversato dal fiume Drava, affluente del Danubio: san Candido e la vicina Sesto sono quindi tra i pochi comuni italiani non facenti parte della regione geografica italiana perché appartenenti al bacino idrografico del Danubio.

Classificazione climatica: zona F.

Storia

Dalla nascita del borgo alla prima guerra mondiale

I primi reperti che si hanno di San Candido si possono ricondurre al 1000 a.C., dove passarono da sud-est gli Illiri. In seguito, e precisamente nel IV secolo a.C. vi sono tracce di insediamenti Celti che fondarono un piccolo villaggio.

I Romani dal 15 a.C., fondarono le province romane Rezia e Norico che comprendeva anche San Candido. I Romani, riadattando antichi percorsi, costruirono nella regione alcune stradeː da San Candido (Littamum per i Romani), passava la via in compendium, convenzionalmente denominata dagli storici via Aguntum-Vipitenum, che attraverso la val Pusteria collegava la Iulia Augusta alla diramazione della via Claudia Augusta che da "Pons Drusi" (nella zona di Bolzano) lungo la vallata dell'Isarco conduceva a Vipiteno e a "Veldidena" (Innsbruck) attraverso il passo del Brennero. A Littamum sorse una importante mansio (luogo di sosta) lungo la via romana., della quale sono state ritrovate in val Pusteria ben 15 pietre miliari, segno della costante manutenzione e frequentazione del percorso. Il più antico miliare è dedicato all'imperatore Severo Alessandro, in carica dal 222 al 235 d.C., un secondo è attribuibile all'imperatore Probo, che regnò dal 276 al 283 d.C. Sul miliario dedicato a Severo Alessandro è ancora chiaramente leggibile la distanza, corrispondente a 63 miglia (circa 90 km) dalla città più vicina, Aguntum presso Lienz. Nei pressi di San Candido è stato ritrovato un miliare romano della metà del III secolo con dedica a Marco Filippo II, imperatore bambino morto a soli 11 anni nell'anno 249.

Alcuni gravi scontri vi furono verso la fine del VI secolo che coinvolsero la popolazione degli Slavi da est contro i Bavari da ovest che con tutta probabilità distrussero l'allora insediamento di San Candido.

Il borgo di San Candido, centro religioso dell'Alta Pusteria, si è sviluppato attorno all'omonimo monastero concesso dal duca Tassilone III di Baviera nel 769 durante la reggenza del vescovo Aribo di Frisinga e quindi dall'abate Atto di Scharnitz per convertire gli slavi, allora ancora pagani, al cristianesimo. Per secoli la dipendenza dal punto di vista ecclesiastico rimase alla diocesi di Frisinga (San Corbiniano), la più antica della Baviera. L'Imperatore del Sacro Romano Impero, Ottone I di Sassonia, concesse nel 965 a San Candido l'immunità, ciò significò che la marca divenne "indipendente dall'impero". Gli antichi legami con Frisinga hanno portato a stabilire un gemellaggio tra le due località. Attorno all'anno 1140 l'allora monastero di monaci benedettini venne mutato in una collegiata di tipo occidentale, ciò comportò l'insediamento di analoghi ecclesiastici e canonici.

Nel tardo medioevo il territorio di San Candido, nella sua massima estensione territoriale, si estendeva da Monguelfo a occidente fino a Abfaltersbach a oriente, a sud invece arrivava fino al Cadore. Alcune famiglie di agricoltori provenienti da San Candido colonizzarono nel corso del XIII secolo alcune località vicino all'attuale Tolmino in Slovenia. Il re Alberto I d'Asburgo, concesse a San Candido il 15 luglio 1303 la marca quindi il diritto di essere un comune di mercato. Nel 1554 scoppiò un grande incendio che distrusse l'intero paese, dato che la maggior parte delle abitazioni erano costruite in legno.

Intorno alla metà del XIV secolo il tentativo di fare del paese un centro commerciale lungo la via per il Cadore e la Carinzia fu contrastato dai conti di Gorizia, successivamente conti del Tirolo, che non vollero che si creassero rivalità economiche con la vicina Lienz. Verso la fine del dominio iniziale, nel 1803 rimase sotto il territorio di San Candido solamente la parte del paese. Fu così che San Candido rimase soprattutto un centro religioso, gravitante attorno alla Collegiata, che nei secoli ha attratto migliaia di pellegrini. Il centro storico è quindi caratterizzato da numerosi luoghi di culto, oltre che da case signorili del XVIII e XIX secolo. Negli anni precedenti il primo conflitto mondiale, San Candido come l'intera regione storica del Tirolo godeva di un'economia prettamente turistica, che finì con lo scoppio della guerra.


San Candido italiana

Con lo scoppio della prima guerra mondiale, San Candido si ritrovò nelle immediate retrovie del fronte, diventando così centro ospedaliero. Nella spartizione, nel 1918, del Tirolo fra Austria e Italia, San Candido sarebbe teoricamente dovuta rimanere all'Austria, trovandosi al di là dello spartiacque alpino ma per ragioni militari fu assegnata all'Italia con due grandi caserme: la Cantore e la Druso, la prima ancora affidata al 6º Reggimento Alpini.


La presenza del confine nella frazione di Prato alla Drava determinò anche la presenza di una nutrita schiera di funzionari italiani: Guardia alla Frontiera (oggi non più esistente), polizia di frontiera, uffici doganali, una stazione di Carabinieri, un Commissariato di Pubblica Sicurezza e una sezione della Guardia di Finanza. Tra le due guerre San Candido comincia ad essere frequentata da un turismo di élite, il quale però rimarrà isolato, senza diventare un vero e proprio fenomeno. Solo dagli anni 2000 San Candido riesce ad imporsi come centro turistico e culturale nelle Dolomiti, attirando da diverse region