i d'Europa un turismo d'élite. Tra i frequentatori più rinomati, ci fu il duca d'Acquarone, Ministro della Real Casa che vi edificò una dimora di caccia.

San Candido ha costituito per anni il capolinea della linea ferroviaria che risaliva da Fortezza, mentre i sei chilometri di linea fino al confine, pur trovandosi in territorio italiano, erano gestiti dalle ferrovie austriache. Fino a che vi è stato un rigido controllo doganale, era caratteristica la presenza di treni-corridoio che univano Lienz, nel Tirolo orientale, con Innsbruck, capoluogo del Tirolo settentrionale che non effettuavano fermate nel territorio italiano.

Simboli

Lo stemma mostra una torre d'argento di due palchi, merlata alla guelfa, aperta di nero e saracinescata d'argento; sopra il portale, uno stemma d'azzurro, raffigurante la testa di un moro, coronato di un diadema d'oro. La torre è posata sul verde della campagna con lo sfondo rosso. Lo scudetto con la testa di moro coronata ricorda che la località un tempo era sotto il dominio dei vescovi di Frisinga, proprietari, dal 769 al 1803, di una vasta area nella regione. Lo stemma fu concesso dal re Alberto d'Austria nel 1303 e riconosciuto con decreto del capo del governo del 24 settembre 1931.

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Collegiata di San Candido

Il complesso della Collegiata di San Candido (Stiftskirche Innichen), considerato il più importante monumento romanico dell'Alto Adige, fu costruito a partire dal 1043 sul sito del monastero fondato nel 769 dall'allora abate di Scharnitz Atto, poi vescovo di Frisinga, su impulso di Tassilone III di Baviera per convertire gli Slavi allora insediati nella zona. Il poderoso campanile e l'atrio con il fonte battesimale precedono il grandioso interno a tre navate, che conserva numerose opere d'arte, tra le quali affreschi di Michael Pacher e il grande Crocifisso ligneo dell'altare maggiore.

Chiesa Parrocchiale di San Michele

La Chiesa Parrocchiale di San Michele, originaria del XII secolo con uno stile romanico. Fu rimaneggiata nel 1735 per adattarla allo stile barocco, che dati i molteplici ornamenti può apparire anche come stile rococò. Fu più volte distrutta nella sua storia e della chiesa originale oggi rimane solo il campanile cilindrico. Esternamente la chiesa presenta finestre ad arco con nicchie che custodiscono delle statue e con una grande facciata principale che dà sulla piazza del paese.

Importanti sono gli affreschi, opera del pittore tirolese Christof Anton Mayr: sulla volta San Michele spinge gli angeli caduti nell'inferno; nella navata San Michele vincitore delle forze del male.

Chiesa del Convento dei Francescani

Il convento è affacciato sul rio Sesto, consacrata a San Leopoldo e costruita a fine Seicento. Con annesso chiostro. La costruzione della chiesa e del convento è fatta risalire, al seguito dell'arrivo dei primi frati francescani, nel 1691. Più precisamente vennero costruiti tra il 1693 e il 1697, quando avvenne la consacrazione delle chiesa da parte del Principe Vescovo di Bressanone e la consegna ufficiale all'ordine. La struttura fu progettata dal frate francescano Vitus Rastpichler proveniente dall'Ötztal, che rispettando la tradizione povera dell'ordine non presenta un alto campanile e poche difficoltà architettoniche e artistiche. Notevole è la biblioteca storica del convento, oggi conservata a Bolzano.

Subito dopo l'accesso principale è dislocata la cappella dedicata a Sant'Antonio. Dalla chiesa originale sono pochi gli oggetti che sono rimasti. Si sono salvati i dipinti degli altari laterali e quelli raffiguranti i santi francescani nella parete sud, mentre gli attuali altari sono opere del periodo del rococò. Tra il 1992 e il 1994 la struttura fu oggetto di uno scrupoloso restauro per riportarla al suo stato originario, facendole quindi ottenere il premio Europa Nostra.

Cappella di Altötting e del Santo Sepolcro

La Cappella di Altötting e del Santo Sepolcro, a ridosso della linea ferroviaria, edificata dal 1653 dall'oste Georg Paprion dopo un pellegrinaggio in Terra santa, come una copia in miniatura del Santo Sepolcro sul Calvario di Gerusalemme, armonizzata ad un edificio precedentemente costruito, che era a sua volta copia della Cappella delle Grazie di Altötting. Si tratta infatti di tre cappelle costruite l'una nell'altra. L'oste dopo il suo primo viaggio riportò come ricordo un osso di Sauro preistorico, che è appeso sul muro dell'ingresso principale, lato interno.

Architetture civili

I Bagni Wildbad di San Candido

Presso il paese di San Candido si trovano seriazioni rocciose profonde, costituite da filliadi quarzifere, conglomerati, basici, arenarie di Val Gardena e strati di Bellerophon. Da questi ultimi, nei boschi ai piedi della Rocca dei Baranci, a sud del paese, scaturiscono le sorgenti sulfuree e minerali dei Bagni di San Candido (Wildbad Innichen). I Bagni risultano frequentati sin dall'antichità ed appaiono per la prima volta in documenti del XVI secolo.

Nel 1856 il medico ungherese Johann Schreiber li ingrandì, facendo nascere un sanatorio. Successivamente sua figlia con il marito, il conte Beckers, ingrandirono i Bagni fino a farli diventare un grande complesso alberghiero, il Grand Hotel Wildbad. Dopodiché i bagni divennero famosi, tanto che vi soggiornarono gli imperatori tedeschi Guglielmo II e Federico e quello austriaco Carlo I. Dopo il passaggio del Tirolo meridionale all'Italia, a seguito della prima guerra mondiale, lo stabilimento andò in declino. Fu messo all'asta negli anni '30, e lasciato all'incuria del tempo. Oggi è rimasta solo la struttura esterna dei Bagni, mentre l'interno del complesso si trova in pessimo stato.

Le sorgenti in realtà sono quattro, ognuna con un sapore diverso: una sulfurea, una ferrosa, la Lavaredo e la Kaiserwasser.

Attorno ai Bagni nel 1591 fu costruita una cappella dedicata a San Salvatore, ancora oggi consacrata e ben conservata. La cappella, consacrata nel 1594, era collegata a un eremo che fu soppresso nel 1786 dall'Imperatore Giuseppe II. Già in precedenza comunque vi era al posto della cappella un piccolo luogo di preghiera, che si è fatto risalire all'ottavo secolo. Con tutta probabilità si trattava di un luogo di culto precristiano.

Nel 1968, in seguito alle ricerche del Professor Giovanni Malagó venne realizzato l'impianto di imbottigliamento di San Candido e quindi della commercializzazione delle acque minerali naturali Kaiserwasser e Lavaredo.

Castello da caccia

Il duca Pietro d'Acquarone, ministro della Real Casa dal 1939 al 1944, acquistò la villa costruita dallo scrittore tedesco Georg von Ompteda e la trasformò in un "castello da caccia" (Jagdschlössl) posto a nord del centro abitato, nascosto dal bosco, così denominato perché al suo interno si trova una delle più ricche collezioni al mondo di trofei di animali grandi e rari. In realtà tale manufatto è stato ricostruito dalle rovine di un vecchio castello.

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