Lombardia |
Adda Morta
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Asplenium_trichomanes
L'asplenio (Asplenium trichomanes L.,) è una felce perenne rizomatosa, capace di vivere nelle fenditure della roccia. Si tratta di una specie comune e diffusa, presente in tutto il mondo.
Etimologia
Asplenio dal greco splen (milza) per la credenza degli antichi che alcune specie di queste felci avessero la virtù di guarire le malattie della milza.
L'epiteto specifico trichomanes deriva dal greco Ï‘Ïίξ, Ï„Ïιχè³Ï› thrèx, trichÏŒs capello-pelo e da μᾱνός mÄnÏŒs floscio e fa riferimento al picciolo fogliare molto esile.
Descrizione
Pianta perenne; le fronde sono lunghe 4-“20 cm, semplicemente pennate, verde scuro, a contorno lineare, con pinnule obovate o ellittiche, contrapposte, sessili, complanari al rachide; piccioli interamente bruno-nerastri e lucenti; nella pagina inferiore delle fronde sono presenti sori fitti. I sori sono piccoli, lineari alla fine confluenti. Contengono spore ellissoidi (29-43 µm), con perisporio reticolato e verrucoso.
Habitat
Boschi e rupi ombrose fino oltre 2000 m.
Periodo di sporificazione
Da luglio ad agosto.
Coltivazione
Essendo una pianta rustica, preferisce ombra parziale e terreno umido, resistendo a temperature di -15 °.
Bibliografia
Giovanni Galetti, Abruzzo in fiore, Edizioni Menabò - Cooperativa Majambiente, 2008.Altri progetti
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Umbria |
Boschi a Farnetto di Collestrada (Perugia)
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Sciurus_vulgaris
Lo scoiattolo comune (Sciurus vulgaris, Linnaeus, 1758) detto anche scoiattolo rosso, appartiene alla famiglia degli Sciuridae, dell'ordine dei Roditori, della classe dei Mammiferi.
Sistematica
Sono state descritte numerose sottospecie, alcune di dubbia validitè . La specie mostra infatti un'ampia variabilitè nel colore della pelliccia, con una gamma che va dal rosso al marrone scuro e con notevoli variabilitè cromatica nello stesso individuo, spesso dotato di pancia dal vello bianco e criniera dorsale più scura del vello laterale.
Attualmente sono riconosciute 23 sottospecie
S. v. alpinus. Desmarest, 1822. (= S. v. baeticus, hoffmanni, infuscatus, italicus, meridionalis, numantius, segurae o silanus.)
S. v. altaicus. Serebrennikov, 1928.
S. v. anadyrensis. Ognew, 1929.
S. v. arcticus. Trouessart, 1906. (= S. v. jacutensis.)
S. v. balcanicus. Heinrich, 1936. (= S. v. istrandjae o rhodopensis.)
S. v. chiliensis. G.B. Sowerby III, 1921.
S. v. cinerea. Hermann, 1804.
S. v. dulkeiti. Ognew, 1929.
S. v. exalbidus. Pallas, 1778. (= S. v. argenteus o kalbinensis.)
S. v. fedjushini. Ognew, 1935.
S. v. formosovi. Ognew, 1935.
S. v. fuscoater. Altum, 1876. (= S. v. brunnea, gotthardi, graeca, nigrescens, russus o rutilans.)
S. v. fusconigricans. Dvigubsky, 1804
S. v. leucourus. Kerr, 1792.
S. v. lilaeus. Miller, 1907. (= S. v. ameliae o croaticus.)
S. v. mantchuricus. Thomas, 1909. (= S. v. coreae o coreanus.)
S. v. martensi. Matschie, 1901. (= S. v. jenissejensis.)
S. v. ognevi. Migulin, 1928. (= S. v. bashkiricus, golzmajeri o uralensis.)
S. v. orientis. Thomas, 1906.
S. v. rupestris. Thomas, 1907
S. v. ukrainicus. Migulin, 1928. (= S. v. kessleri.)
S. v. varius. Gmelin, 1789.
S. v. vulgaris. Linnaeus, 1758. (= S. v. albonotatus, albus, carpathicus, europaeus, niger, rufus o typicus.)Le sottospecie presenti in Italia sono:
Sciurus vulgaris fuscoater
Sciurus vulgaris alpinus (o Sciurus vulgaris italicus Bonaparte, 1838)Sciurus vulgaris meridionalis Lucifero, 1907, endemica di Calabria e Basilicata, caratterizzata dal mantello di colore nero, è ora considerata una specie separata: Sciurus meridionalis.
Caratteristiche
Lo scoiattolo comune è lungo circa 25 cm senza la coda; questa è lunga da 15 a 20 cm. Il peso va da 250 a 340 g. Una coda così lunga è utile allo scoiattolo nel balzare da un albero all'altro e nel correre lungo i rami, assicurandone l'equilibrio. Ha inoltre una funzione termica, contribuendo a mantenere il calore del corpo durante il sonno. Durante le fasi di corteggiamento la coda serve come segnale visivo e viene sollevata e agitata in modo del tutto particolare. La colorazione del mantello è molto variabile e va dal marrone rossiccio al marrone scuro; queste diverse tonalitè sembrano essere determinate da vari fattori legati al clima, alla copertura vegetale, all'alimentazione, oltre che da fattori di tipo genetico. La parte inferiore del corpo è sempre bianca. Le zampe posteriori, più lunghe di quelle anteriori, permettono all'animale di muoversi con molta agilitè sul terreno, mentre le forti unghie e i cuscinetti plantari gli consentono di arrampicarsi con sorprendente abilitè sugli alberi.
Distribuzione e habitat
è autoctono dell'Europa ma lo si può trovare frequentemente in tutta l'Eurasia sino alla Corea e al Giappone. Vive anche in Gran Bretagna. In Italia la specie è in netto declino, a causa dell'introduzione di una specie alloctona, lo scoiattolo grigio nordamericano (Sciurus carolinensis).
In Italia è presente in buona parte del territorio; è assente in zone antropizzate e non forestali, come nella bassa Pianura Padana, nel versante adriatico costiero (Gargano, Conero e Ancona esclusi), nella zona di Piombino, in alcune zone calabresi e nelle isole. In Valle d'Aosta lo si può trovare sino al limite superiore della vegetazione. In Piemonte la sua sopravvivenza è messa in grave pericolo da una popolazione di scoiattoli grigi, introdotta accidentalmente nel 1948. Questa popolazione si sta espandendo rapidamente e vi è il rischio concreto che possa dilagare nell'Italia settentrionale e anche in quella centrale.
Lo scoiattolo nero meridionale (Sciurus meridionalis), facilmente osservabile nei boschi dai 600 ai 1500 metri, riconosciuta recentemente come specie autoctona di Basilicata e Calabria, assume una colorazione scura del manto. è probabile che appartenga a una popolazione rimasta isolata, nel periodo delle glaciazioni, da quelle dello scoiattolo comune presente più a nord, e si sia pian piano differenziata fino a diventare una specie autonoma.
Biologia
Lo scoiattolo comune è un roditore, onnivoro, che vive prevalentemente sugli alberi.
L'animale rimane attivo anche durante la stagione invernale; solo in caso di consistenti e prolungate nevicate si rifugia nel proprio nido per più giorni consecutivi.
Riproduzione e mortalitè
L'accoppiamento può avvenire nel tardo inverno di febbraio-marzo e in estate tra giugno e luglio. La femmina può avere fino a 2 gravidanze l'anno. Ciascuna figliata dè alla luce 3-4 piccoli di solito, ma possono essere partoriti anche sei piccoli. La gestazione dura 38-39 giorni. I giovani non sono autosufficienti, sono ciechi, sordi e pesano tra 10 e 15 g. Soltanto la madre si occupa di loro. Il corpo dei piccoli si ricopre di peli al ventunesimo giorno di vita, mentre acquisiscono la vista dopo tre o quattro settimane. Lo sviluppo dei denti si completa dopo 42 giorni. Il giovane scoiattolo può mangiare cibi solidi una quarantina di giorni dopo la nascita; a questo punto può lasciare il nido per procurarsi il cibo da solo, anche se la madre continuerè ad allattarlo fino allo svezzamento completo, intorno alle venti settimane.
Durante l'accoppiamento i maschi individuano le femmine in calore dall'odore che queste emettono. Anche se non c'è un corteggiamento vero e proprio, il maschio insegue la femmina anche per un'ora prima di riuscire ad accoppiarsi. Solitamente più maschi inseguono una sola femmina, finchè il maschio dominante, in genere il più grosso, riesce a conquistarla. Maschi e femmine si accoppiano più volte e con diversi partner. Le femmine devono raggiungere una massa corporea minima per essere feconde e quelle più pesanti danno mediamente alla luce più piccoli. Se il cibo è scarso la riproduzione viene ritardata. Le femmine raggiungono la maturitè sessuale al secondo anno.
Lo scoiattolo comune vive in media tre anni; alcuni individui raggiungono i sette anni, mentre in cattivitè anche dieci. La sopravvivenza è legata alla disponibilitè di semi di cui nutrirsi durante l'autunno-inverno; dal 75 all'85% dei giovani perisce durante il primo inverno, mentre al secondo inverno la mortalitè scende al 50% circa.
Mitologia
Lo scoiattolo non fa parte della mitologia nè della favolistica greca o romana. è citato occasionalmente da alcuni autori per la caratteristica curiosa (secondo una credenza popolare) di farsi ombra con la coda nelle giornate assolate; da qui il nome greco σκίουÏος (skèouros) (da cui il latino sciurus) che significa letteralmente "che si fa ombra".
Secondo la mitologia norrena lo scoiattolo è sacro a Loki (dio del fuoco e del caos) per via del colore rosso acceso della pelliccia; per lo stesso motivo è anche caro a Thor, rosso di capelli
Ratatoskr (dal norreno "dente che perfora") è, nella mitologia norrena, il nome dello scoiattolo che vive su Yggdrasill, l'albero cosmico. Ratatoskr percorre instancabilmente e con fulminea velocitè il tronco dalle radici, dove si annida il serpente Nèè°hè¶ggr, sino alla sommitè dei rami, dove sta una grande aquila, facendo da tramite per le male parole che i due si scambiano incessanti.
Secondo la filologa germanica, come asserisce Gianna Chiesa Isnardi, lo scoiattolo Ratatoskr rappresenta la velocitè ; suo compito è permettere che l'antagonismo fra cielo e terra, fra bene e male, fra sfera spirituale e sfera materiale non si interrompa mai.Nella simbologia pittorica cristiana del Medioevo lo scoiattolo rappresenta il diavolo, sempre per il colore rosso acceso della pelliccia oltre che per l'agilitè e la rapiditè .
Galleria d'immagini
Note
Bibliografia
Spagnesi M., De Marinis A.M. (a cura di), Mammiferi d'Italia - Quad. Cons. Natura n.14 (PDF), Ministero dell'Ambiente - Istituto Nazionale Fauna Selvatica, 2002.
Gurnell, J. 1983, Squirrel numbers and the abundance of tree seeds. Mammal Review. 13:133-“148
Francesco Maspero, Bestiario antico: gli animali-simbolo e il loro significato nell'immaginario dei popoli antichi, Piemme, 1997.Voci correlate
Mammiferi in ItaliaAltri progetti
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Il progetto di tutela in Italia, su life-ecsquare.eu.
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